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Tappa 36

Macedonia e Grecia

Macedonia, Grecia

Great Venture
Great Venture

In verità la Macedonia non rientra nel mio itinerario. È stata una decisione all’ultimo perché volevo vedere il lago Ohrid dal lato Macedone. Al momento di dichiarare la moto alla dogana di Kjafasan, l’ufficiale insiste per vedere la mia carta verde. Non intende lasciarmi entrare finché non gliela mostro. Il prezzo per una carta verde è di 50 € per 15 giorni (è il minimo).È molto costosa. Ho pensato di tornarmene in Albania, ma sono così stanca e infreddolita dopo un viaggio così stressante e la casa del mio ospite è a soli 26 km dal confine. Non ho altra scelta che pagare la carta verde. La più costosa tra tutti i 28 paesi nel GDR finora, considerando che resterò qui solo per 3 giorni.

Finalmente raggiungo il villaggio di Labunishta dopo aver percorso 400 km in 10 ore. È stato davvero un viaggio freddo e stancante. L’impresa non si ferma lì in quanto devo guidare su una strada veramente stretta e ripida, o potrei chiamarla vicolo, per raggiungere la casa del mio ospite situata quasi in cima al villaggio. È stato veramente un tragitto spaventoso in quanto la mia moto poco potente e pesantemente carica sul retro sembrava non riuscire a salire su quella ripida salita. L’ultima curva a destra prima di arrivare a casa del mio ospite è a gomito e molto ripida. La mia esperienza passata mi ha insegnato che la mia mancanza di abilità e la scarsa potenza di GD potrebbero causare un disastro se prendessi velocemente la curva. Devo continuare a guidare su un terreno più piano e poi prendere lentamente la curva a destra. Grazie a Dio non ho fatto cadere la moto, ma solo Dio sa quanto il mio cuore abbia sobbalzato durante l’operazione.

Bertha, suo marito Cani e le loro nipoti mi stanno già aspettando. Bertha è un’indonesiana che in Macedonia ha sposato Cani, un mercante di gioielli di successo (specializzato in perle). Mi è stata presentata da Adeeb, un famoso ciclista malese che ha percorso il tragitto dal Regno Unito alla Malesia. Bertha mi serve subito della zuppa calda quando vede che sto tremando. Come non potrei? Ho guidato sotto la pioggia in montagna per 10 ore!! Dopo una doccia calda, Bertha mi serve una deliziosa cena di fumante riso bianco e ayam penyet con sambal (pezzi di pollo fritto con impasto piccante), un piatto indonesiano molto famoso. È veramente delizioso. È sicuramente il miglior riso ayam penyet che ho mai assaggiato in vita mia. Grazie Bertha. Passo tre notti a Labunishta. Bertha e Cani mi trattano come una sorella. Sono commossa dalla loro gentilezza. Lo stesso vale per i miei precedenti gentili ospiti. Bertha mi racconta molte cose, soprattutto riguardo il suo passato e la sua esperienza di vita in Macedonia negli ultimi anni. Sono stupefatta dalla forza di questa donna.

Può sembrare piccola di statura, ma il modo in cui ha combattuto la sua battaglia di vita è indescrivibile, qualcosa di fronte alla quale sono sicura che molti di noi, nei suoi panni, avrebbero rinunciato. Nonostante ora sia una casalinga a tempo pieno e una domestica in passato quando lavorava ad Hong Kong, è colta e passa la maggior parte del tempo leggendo libri accademici. Se solo il suo destino si fosse sviluppato diversamente, non sarei sorpresa se diventasse una donna di successo con un impiego prestigioso in quanto è una persona molto sveglia. Mi ha colpita con i suoi ragionamenti e le sue opinioni e devo dire che la ammiro davvero. Inoltre mi racconta della carità e la fondazione Islamica che ha creato a Hong Kong, di come si è impegnata (senza essere pagata) nell’insegnamento della conoscenza Islamica ai nuovi fedeli e a chiunque ne avesse bisogno.

Quanti di noi lo farebbero? D’altro canto, suo marito, Cani è un uomo molto generoso quando si tratta di carità Islamica. Lui e la sua famiglia hanno costruito alcune moschee a Ohrid e nei dintorni. Di tanto in tanto, Cani stanzia una certa quantità dei suoi soldi per comprare generi alimentari come riso, farina, zucchero eccetera da donare agli abitanti poveri. Chiunque abbia bisogno va da lui in cerca di aiuto. Mashaa Allah. Il mio saluto ad entrambi e che Allah possa assicurargli il Paradiso per le loro opere buone. Durante il mio soggiorno in Macedonia riesco a visitare Struga, la città del Lago Ohrid. Bertha mi fa visitare la bellissima città vecchia. Passeggiamo lungo i graziosi negozietti e le case con i bellissimi fiori che pendono dai balconi. Inoltre visitiamo la vecchia moschea, una chiesa e passiamo un po’ di tempo ad ammirare la vista dello splendido Lago Ohrid.

Berta mi porta ad un vecchio forte vicino a Struga da cui ho una vista dall’altro dell’intera città e del Lago Ohrid.
È tempo di congedarmi dai miei splendidi ospiti. Sia Bertha che Cani cercano di convincermi a trattenermi più a lungo, almeno una settimana in più. Sfortunatamente non posso proprio. Bertha mi rifornisce di così tanto cibo per il mio prossimo viaggio da non aver più spazio nella cassetta e nella bisaccia. Mi regala anche qualche souvenir. Che persone gentili sono state. È difficile lasciarli. Spero di rivederli un giorno. Il tragitto da Labunishta al confine tra Macedonia e Grecia è interessante. Passo molti campi di grano. Alcuni sono ancora verdi, altri dorati, in attesa della mietitura. Campi di fiori selvatici bianchi, gialli e rossi dominano la vista. Ad un certo punto il mio GPS mi dirige verso una strada sterrata. Immagino sia la strada corretta e lo seguo.

Poco dopo la guida diventa sempre più difficile a causa dei grossi sassi, mentre mi accorgo di una strada asfaltata che corre parallelamente alla sterrata. Così mi viene il dubbio che la strada che sto percorrendo possa essere la strada vecchia. Trovo un sentiero che collega alla nuova strada ma è una salita abbastanza ripida. Riesco a percorrerlo ma spreco mezz’ora sulla strada sterrata. Più tardi il GPS mi fa un altro scherzo quando mi dirige su una strada secondaria interna ai villaggi. La seguo per circa 20 km e per tutto il tempo rimango col dubbio non sia la strada giusta. Il mio istinto mi dà ragione e la strada si interrompe nel nulla, ma il GPS indica ancora della strada davanti a me. Torno indietro per 5 km e riesco a trovare un’altra strada connessa alla strada giusta. Ho ancora perso del tempo prezioso. Odio quando il mio GPS decide di farmi questi scherzetti.

Arrivo al confine ed esco dalla Macedonia senza problemi. Per entrare in Grecia devo mostrare la mia carta verde all’ufficiale. È la prima cosa che mi viene chiesta. La Grecia è un paese europeo, sfortunatamente la mia carta verde per l’Europa è scaduta due giorni fa. Ho pagato una carta verde di 2 mesi ma i cambiamenti del mio itinerario non mi hanno permesso di entrare in Grecia, l’ultimo dei paesi europei per il mio tragitto, in tempo prima della scadenza. È una lezione che ho pagato cara. 100 € per una carta verde di 1 mese, troppo costosa per me considerando che starò in Grecia per una sola settimana. Ok, ho imparato la lezione. La prossima volta fate in modo di seguire il tragitto pianificato e in caso di dubbio, meglio pagare per un periodo di validità più lungo, più economico di acquistare una nuova carta verde individuale. La strada in Grecia è meglio rispetto alla Macedonia. La mia destinazione del giorno è Trikala. La vista è interessante. Ho adorato i fiori selvatici, bellissimi. Prima di raggiungere Trikala, mi sono goduta la vista delle famose formazioni rocciose della zona.

Il giorno seguente guido verso la capitale della Grecia, Atene. La distanza è 360 km, tramite la E65 e la E75. Ho dovuto pagare il pedaggio 4 volte. È una giornata molto ventosa e la mia piccola moto viene spazzata dal vento un paio di volte. È stato piuttosto spaventoso, ma la vista dalla strada di montagna (del cui nome non sono del tutto sicura) è fantastica. Ci sono molti veicoli in entrata di questa grande città ma non è un grosso problema. Il problema vero per me sono le strade ripide di Atene!!! Ovunque in questa città devi salire e scendere per strade ripide e strette. Anche la casa del mio ospite si trova su una strada ripida. Mi diverto a vedere come Panos, un ragazzone alto anch’egli motociclista, ha qualche problema nell’aiutarmi a portare GD nel suo cortile. Dice che è incredibile quanto GD sia pesante nonostante la sua ridotta dimensione. Ahaha…

Ad Atene rimango per 3 notti e conosco Krista, una bellissima ed amichevole motociclista donna. Siamo state messe in contatto da Tiffany Coates e Rashmi, la fondatrice di Global Women Who Ride su cui siamo state pubblicate tutte e tre. Ci incontriamo ad un famoso punto di ritrovo per motociclisti e conosco altri uomini e donne. Sono tutti molto simpatici. Sono meravigliati nell’apprendere che ho fatto quasi ¾ del mondo. Ad Atene riesco anche a visitare il primo stadio per i giochi Olimpici moderni. È una sensazione magica essere lì, non a causa della struttura o l’architettura dello stadio, ma per la gloria e il valore storico del luogo. È stato lo stadio che ha visto i Giochi Olimpici moderni tornare in vita dopo essere stati vietati per centinaia di anni. Osservo la pista a lungo, cercando di immaginare la gloria creata allora nel 1896.

Dopo 3 notti ad Atene mi dirigo verso Thessaloniki. Dal momento che il tragitto di oggi è lungo decido di prendere l’autostrada. Nella mia esperienza in Francia, Italia e i Balcani sulle strade secondarie il limite è di soli 50 km/h e a causa di ciò, delle rotonde, i semafori e se ti fermi spesso per scattare qualche foto, il tempo di percorrenza può allungarsi sensibilmente. L’autostrada qui in Grecia è piacevole e poco trafficata, ma il numero di pedaggi è incredibile. Ho pagato per 12 volte, per un totale di più di 20 €. C’è un tratto di strada in cui la carreggiata si restringe a una sola stretta e tortuosa corsia per 19 km, e ho dovuto pagare circa 2 € anche per quel tratto. Ci impiego 7 ore e mezzo per raggiungere Thessaloniki (con soste). Mi prendo del tempo per godermi il lungomare di questa città. Durante il mio ultimo giorno in Grecia, mi dirigo verso Alessandropoli, una famosa città marittima affacciata sul Mar Egeo.

Il viaggio va bene e fortunatamente nessun pedaggio. Ad un certo punto, mentre cerco di scendere dalla moto, sento qualcosa che trattiene il mio marsupio Givi e noto che è incastrato. Lo tiro con forza e lo libero. Però noto che la fibbia è rotta. Sono molto arrabbiata con me stessa. Il marsupio impermeabile mi è stato molto utile e ha sempre tenuto asciutti i miei averi più importanti durante le piogge più pesanti, indipendentemente dalla loro durata. L’ho indossato tutti i giorni e mai si è bagnato anche durante i tragitti più impegnativi. Ma ora la fibbia è rotta a causa della mia noncuranza. Che tristezza… Trovo un campeggio carino affacciato alla spiaggia e decido di campeggiarvi per la notte.

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