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Lockdown in Slovenia. Poi Turchia.

L’ARRIVO DEL COVID ED IL LOCKDOWN IN SLOVENIA

Great Venture
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Rientrati in Italia abbiamo visitato la splendida Venezia, che Fernanda non conosceva. Da lì avremmo dovuto proseguire verso l’Asia centrale, ma quello che né noi né nessun altro poteva immaginare era che stesse per scatenarsi una pandemia di portata globale!
Stava infatti già iniziando l’emergenza Covid e il giorno dopo la nostra partenza per la Slovenia, ad inizio marzo 2020, Venezia e tutto il Veneto sono entrati in lockdown… per un solo giorno abbiamo evitato il pericolo di rimanere chiusi a Venezia per il lungo periodo di quarantena!
Abbiamo iniziato a percorrere la piccola Slovenia, dove abbiamo conosciuto nuovi buoni amici. Dopo alcuni giorni ha iniziato a concretizzarsi anche lì la possibilità di un imminente lockdown, anche se chiaramente non potevamo immaginare l’impatto che avrebbe realmente avuto, né tantomeno che sarebbero state chiuse tutte le frontiere.Inizialmente abbiamo provato ad entrare in Croazia, ma ci è stato detto che saremmo dovuti andare in ospedale per 15 giorni di quarantena. Visto che tutti i costi relativi alla permanenza nel centro indicato dal governo croato sarebbero stati a nostro carico, non era una strada percorribile, abbiamo così iniziato a cercare un posto dove fermarci.
Non c’erano molte possibilità, visto che quasi tutti gli alberghi e gli appartamenti turistici erano chiusi; avevamo trovato un campeggio che aveva disponibilità ma non siamo stati accettati visto che avevamo cittadinanza spagnola e che la Spagna era all’epoca tra i Paesi con il più alto numero di morti e di contagi. Il passaporto spagnolo per una volta ci era stato di ostacolo.

Non potevamo fare altro che dirigerci verso la breve porzione di costa adriatica della Slovenia, nel caso in cui avessimo dovuto fermarci qualche giorno senza poter proseguire il viaggio. Mentre cercavamo un posto dove pernottare, siamo riusciti a trovare una piccola stanza in una casa in campagna; successivamente, quando ormai era chiaro che la situazione sarebbe durata a lungo, ci siamo trasferiti in un piccolo appartamento in centro, nel grazioso paese di Pirano, sulla costa adriatica, e lì ci siamo fermati tre mesi!

Il tempo però passava e questa situazione sembrava non finire mai, era tutto molto incerto e confuso. Questo virus comparso dal nulla aveva cambiato completamente il modo di vivere in tutto il pianeta. Quando inizi un lungo viaggio attorno al mondo pensi alla possibilità che il tuo percorso possa subire una battuta di arresto per un malanno o per un incidente, magari anche in caso di catastrofi naturali o a causa di un conflitto armato. Però mai avremmo potuto neanche lontanamente immaginare quello che è successo con questo virus, che una volta arrivato sembra non volersene più andare.

Non è semplice vivere a stretto contatto con un’altra persona, per tanto tempo, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7: il lockdown ci ha spinti a ripensare molte cose. Dicono che la vicinanza fa bene all’amore, e può essere vero, ma vuol dire anche più problemi e meno spazio personale.
Io e Vicente, per quanto possa sembrare strano a chi ci vede dall’esterno, riusciamo a convivere bene; la differenza di età si nota appena e siamo abituati a trascorrere molto tempo l’uno con l’altra. Non dico che siamo una coppia perfetta, perché è un concetto che non esiste. Abbiamo i nostri difetti e le nostre differenze, come tutti, ed è normale, siamo esseri umani.

Per noi stare insieme 7 giorni alla settimana, 24 ore su 24, non è una cosa strana perché è quello che abbiamo fatto in questi ultimi tre anni, per cui la nostra convivenza non ha subito grandi cambiamenti. La nostra relazione non è certamente perfetta ma, nonostante la differenza di età e per quanto possa sembrare strano, sappiamo lasciare all’altro lo spazio necessario e forse è proprio la combinazione tra la maturità di Vicente e la mia irrequietezza a renderci complementari spingendoci ad amarci ogni giorno di più.

LA RIPARTENZA A LUGLIO 2020

I mesi trascorrevano e alla fine del terzo mese di lockdown abbiamo iniziato a vedere la luce in fondo al tunnel. Stava infatti per essere riaperta la frontiera con la Croazia e questa notizia non poteva che renderci felici, dal momento che forse potevamo tornare alla normalità.
E allora via, abbiamo preso in fretta e furia le nostre cose per cercare di proseguire il nostro viaggio nei Balcani. Eravamo carichi e pieni di entusiasmo nel prepararci, sembrava fossimo di nuovo in partenza per il primo giorno di viaggio.
Abbiamo raggiunto la frontiera e c’era pochissima gente; ci siamo avvicinati cercando di essere quanto più positivi possibile e abbiamo tentato la sorte.
È stata una giornata memorabile, dopo tanto tempo senza poterci muovere era arrivato finalmente il giorno di poter continuare con il nostro progetto di vita. Più che un lungo viaggio questo stava infatti diventando il nostro nuovo modo di vivere.
Alla frontiera ci è stata data finalmente la notizia che stavamo aspettando con tanta speranza, il sì più bello che avessimo sentito da lungo tempo: era arrivato il momento di riprendere il viaggio. Siamo entrati in Croazia e ne abbiamo esplorato gli angoli più nascosti; abbiamo fatto il bagno nelle sue acque cristalline e abbiamo ammirato meravigliosi tramonti dalla nostra tenda.

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