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Vademecum per motoviaggiatrici

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Intervista con Alicia Sornosa

In esclusiva per GIVI EXPLORER abbiamo fatto una lunga chiacchierata  con la spagnola Alicia Sornosa, la prima donna a fare il giro del mondo.  Basandoci sul suo curriculum di motociclista giramondo, che la pone in  una posizione di “teacher”, le abbiamo chiesto qualche buon consiglio  per le centaure decise a viaggiare in solitario.

Photo © Sam Ross

Ciao Alicia i nostri lettori e lettrici sanno già chi sei e cosa hai fatto.

Con il tuo aiuto vorremmo formulare una sorta di VADEMECUM che possa tornare utile alle donne che – come te – decidono di partire per destinazioni lontane da sole e in sella a una moto. Ho preparato una serie di domande, ma ritieniti libera di aggiungere, togliere, modificare… in funzione della tua grande esperienza.

Ci sono regole generali da seguire prima della partenza?

Lasciarsi alle spalle i pregiudizi. Riempire la mente con umiltà e sorridere sempre. Essere sempre prudenti ma fidarsi del nostro istinto.

Quali sono i Paesi da evitare da parte di chi viaggia da sola?

Tutti quelli in cui il sessismo è forte o le guerre hanno scacciato la popolazione. Se questo scenario non vi ferma scegliete Stati dove si combatte in zone circoscritte. Più il Paese è grande e maggiore sarà la possibilità di
attraversarlo da confini lontani dalla guerra. Cercate però di farlo in fretta e di non attirate mai l’attenzione.
A differenza di quanto si possa pensare, nei Paesi in cui le donne sono tenute a seguire regole lontane da quelle occidentali generalmente non si corrono pericoli.

Partire con una moto a posto a livello meccanico vale per tutti. Per una donna questa regola diventa prioritaria?

Esattamente quanto lo è per un conducente uomo. Chi viaggia da solo/sola deve imparare a fare manutenzione (cambio olio e filtro, candele, la pulizia della catena…) e deve essere in grado di affrontare una foratura. Io non ho conoscenze approfondite: le moto odierne sono troppo complesse a livello di meccanica e di ciclistica per metterci le mani.

Dove e come nascondere documenti e soldi?

Sperando che i ladri non leggano questa intervista, io viaggio con una parte di soldi nel portafogli, una parte nascosta nell’equipaggiamento e nella moto e naturalmente mi porto la VISA per poter attingere al mio conto corrente in tutti quei Paesi che lo consentono.

Come procedere nel caso di sosta forzata in luoghi desolati?

Se la sosta è dovuta a una gomma a terra utilizzo il kit antiforatura. Se non è sufficiente cerco di proseguire il più possibile con la ruota sgonfia. Se il problema riguarda un pezzo meccanico attendo che passi qualcuno che possa aiutarmi. L’avventura è anche questa e va vissuta come una parte divertente del viaggio. Come ultima istanza posso usare lo SPOT EMERGENCY RECORD (localizzatore) che fa parte del mio bagaglio.

Nel caso di richiesta di aiuto come capire se fidarsi o meno di chi ci si trova davanti?

Guardate bene negli occhi di vi offre aiuto. Usate l’istinto e l’intuizione. Se notate qualcosa d’insolito è meglio dire di no. Nei miei lunghi viaggi in moto non sono mai incappata in incontri sbagliati ma riconosco di essere stata molto, molto fortunata.

Viaggiare dopo il crepuscolo può rappresentare un rischio?

Sempre. Le strade sono spesso poco illuminate e in molti Paesi l’incontro con animali, persone a piedi o in sella a biciclette non illuminate è dietro ad ogni curva. Senza parlare delle buche, che il buio nasconde. Meglio evitare di guidare dopo le 18.00.

Avere con sé uno spray urticante può essere utile?

Non per me. Preferisco farne a meno. Una volta sono partita con una pistola capace di stordire l’eventuale assalitore ma l’ho sempre lasciata sul fondo della valigia. Molto meglio prevenire eventuali situazioni di pericolo (ricordate l’istinto?).

Qual è il corretto comportamento da tenere alle dogane?

Avere tanta pazienza. Partire con più fotocopie di tutti i documenti. Sorridere e passare il tempo a parlare con le persone, scattare foto, insomma a fare “il turista che non vede l’ora di entrare nel loro straordinario Paese”… .

Mantenere un profilo basso può essere utile? Come ad esempio vestire in modo tecnico e poco femminile?

Evitare di attirare l’attenzione, essere discreti e amichevoli è una regola basilare. Non c’è bisogno di viaggiare sporchi e con i vestiti strappati. In molti paesi al di fuori dell’Europa il viaggiare in moto è già di per sé “di basso profilo”; ad esempio in certi Paesi africani l’opinione comune è quella che ci ha i soldi viaggia comodamente in auto e non su di una scomoda motocicletta.

Cercare compagni di viaggio lungo percorsi “critici“ può essere una buona idea?

Più che una buona idea dovrebbe essere lo standard. Affrontare da soli certi tracciati potrebbe significare – nel caso di incidente – la non sopravvivenza. Meglio attendere, anche qualche giorno, e affiancarsi a qualcuno che faccia lo stesso percorso. E’ un po’ come scalare una montagna: bisogna sempre farlo in compagnia.

Serve aggiungere numeri utili (polizia, ospedale, ecc) ogni volta che si entra in un nuovo Paese?

Serve ma un aiuto migliore arriva dall’imparare qualche parola chiave nella lingua locale. Prima che arrivi la polizia è la popolazione del posto che ti può aiutare.

Ti è capitato di trovarti in una situazione di pericolo? Come ne sei uscita?

Ho sperimentato un terremoto di 7,5 gradi. Come tutti ho atteso che le scosse terminassero. La paura è stata grande. Nel corso dei miei viaggi l’ho provata diverse volte, soprattutto in quelle situazioni in cui per errore sono finita in posti poco raccomandabili. Per fortuna è sempre apparso un “angelo” ad aiutarmi. Stare calme e non farsi prendere dal panico aiuta a intravedere l’uscita.

La conoscenza delle lingue quanto influisce sul buon esito di un viaggio?

Dipende dal tipo di viaggio, dalla destinazione. In linea di massima basta una buona base per capire e farsi capire sulle questioni pratiche legate al mangiare, dormire, ecc. Ovvio che se l’intento è fare amicizia o spiegare concetti in modo approfondito, avere una buona conoscenza almeno dell’inglese è necessario. Io sono stata in Paesi come il Giappone, la Mongolia e in certe regioni della Russia dove la gente parla soltanto la propria lingua: vi assicuro che il mio inglese, il francese, e naturalmente lo spagnolo, non sono serviti molto…