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Patagonia: viaggio alla Fine del Mondo

Viaggio solitario in moto in Patagonia

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4.145 km a cavallo del vento. In moto da Puerto Montt fino a Ushuaia, la città più a Sud del mondo. Provando l’ebbrezza di percorrere 2 mitici tracciati polverosi: la “Carretera Austral” in Cile, e la “Ruta 40” in Argentina. Scoprendo l’emozione di conoscere luoghi unici, dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Togliendosi la curiosità di vedere siti leggendari per le cronache del passato.
Inchinandosi davanti alla maestà della natura e della geologia del territorio dove regna il mitico Perito Moreno, il ghiacciaio in continuo movimento. Un viaggio in solitaria in Patagonia, a lungo desiderato e progettato, sponsorizzato ed equipaggiato GIVI per vivere un’avventura estrema e indimenticabile.

Viaggio alla Fine del Mondo

Da sempre sono nelle mie mire i 2 leggendari tracciati polverosi cari anche a Bruce Chatwin: la Carretera Austral e la Ruta 40. Dopo averli corteggiati per più di 4 anni, ho viaggiato per incontrarli. Con una spedizione transoceanica ho fatto arrivare la mia moto e l’equipaggiamento al punto di partenza della mia avventura: Puerto Montt, sull’Oceano Pacifico. Dopo 65 km m’imbarco verso l’isola di Chiloè descritta anche da Charles Darwin, con i suoi “palafitos” – tipici villaggi di palafitte – e le stupefacenti “iglesias” in legno multicolori dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Da Quellòn mi traghetto sul continente e raggiungo la mitica Carretera Austral che si snoda per 1.240 km tra paesaggi incontaminati e selvaggi: un’esperienza incredibile!Trascorro un Natale pieno di emozione ospite di una generosa famiglia di agricoltori nel villaggio di Manihuales. Il giorno dopo mi dedico alle escursioni: la Piedra del Indio, uno sperone di roccia che raffigura il tipico profilo di un indio, Puerto Tranquilo e la gita in barca sul lago General Carrera con le gallerie e tunnel che formano la stupefacente “Catedral de Màrmol” bianco. Attraverso Passo Roballos entro finalmente in Argentina, dove percorro un tracciato pieno di saliscendi e incredibili canyon fino alla “Cueva de las Manos” con le pitture rupestri dichiarate Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

A Bajo Caracoles riempio il serbatoio e la tanica di carburante: la stazione successiva è distante non meno di 350 km! E via per la leggendaria Ruta 40 verso Tres Lagos, dove m’imbatto in una deviazione di 76 km che mi porta su un fondo melmoso che non lascia scampo ai piloti meno esperti: 11 di questi li trovo già lì, fermi e impantanati. Io invece me la cavo benissimo, godendo con soddisfazione il frutto di anni d’esperienza di guida in solitaria e provando riconoscenza per la mia fedele XR650. Riparto per El Chalten alle pendici del Fitz Roy, alto 3.405 metri, e nella provincia di Santa Cruz faccio sosta allo storico Hotel “La Leona” dove i famigerati fuorilegge Butch Cassidy e Sundance Kid si rifugiarono dopo una rapina a una banca.
L’Hotel prende il nome dal fiume che scorre accanto, dove l’esploratore Francisco Perito Moreno fu ferito e attaccato da un puma femmina, chiamato in gergo leona.

L’esploratore a sua volta ha dato il nome alla sua scoperta veramente grandiosa all’interno del Lago Argentino: il Perito Moreno, un incredibile e maestoso ghiacciaio in movimento lungo 30 km e alto fino a 60 metri, considerato la terza riserva d’acqua dolce di tutto il pianeta. Quando se ne stacca un blocco, precipita nel lago provocando un fragore assordante e onde enormi: uno spettacolo pazzesco! Il viaggio mi porta ancora al Parco del Torres del Paine, un’oasi incontaminata dove incontro i lama guanachi, piccoli cammelli selvatici sudamericani, e poi ancora al sito archeologico Cueva del Milodòn dove fu rinvenuto oltre un secolo fa lo scheletro d’un bradipo gigante.
Il “Viento Patagòn”, così tosto da piegare tutte le chiome degli alberi, mi dà la spinta per raggiungere la mia meta. Uno sguardo ai simpatici pinguini, il traghetto attraverso lo Stretto di Magellano, e poi ci sono: ecco Ushuaia, la città più a Sud del mondo, nella Grande Isla de Tierra del Fuego. Qui termina la Ruta Nacional n° 3 lunga 17.848 km, ed anche il mio viaggio che ricorderò molto, molto più a lungo.

Il protagonista

Salvatore Pizzo, in sella alla moto Honda XR650

Il protagonista

Salvatore Pizzo, in sella alla moto Honda XR650

Geometra di professione, in libertà Salvatore è un “viaggiatore totale”. Ha un’innata propensione per i tracciati sterrati, li considera più “genuini” degli asfalti che spesso deturpano l’ambiente. Adora i motoraids nei luoghi dove la Terra è ancora incontaminata, li compie con una resistenza psicofisica che gli ha valso la Benemerenza Sportiva da parte del CONI. Ha sperimentato tantissime discipline sportive, si è allenato perfino coi reparti speciali della Polizia nipponica. Ha sviluppato il suo naturale istinto esplorativo grazie a un’intensa vita scout. Ha raccontato le sue avventure sulle guide Lonely Planet e in TV.

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Equipaggiamento consigliato

Per chi vive il viaggio in moto
come un’avventura

Un’avventura in moto attraverso zone impervie e selvagge, su strade sterrate e a tratti melmose, va progettata con previdenza e lungimiranza anche nella scelta degli accessori. Non deve mancare la tanica di scorta per la benzina – le stazioni di rifornimento possono distare anche centinaia di km l’una dall’altra. Sono utili le borse morbide waterproof lavabili. In generale serve un equipaggiamento robusto e sicuro in ogni condizione.

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