Quanto riportato nel presente articolo è stato vissuto “lontano” dall’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19, tra Dicembre 2019 e Gennaio 2020, sempre in sella alla mia Triumph Bonneville, la Silver Bullet.
L’IDEA DI VIAGGIO E LA PREPARAZIONE
Rientrato del mio primo tour sud americano diverse erano state le idee di viaggio ed alla fine la scelta era ricaduta di nuovo sul sud America. Era lì che si correva la Rally Dakar. Volerla vedere dal vivo era un’idea balzana che pian piano si era consolidata fino a diventare l’obiettivo finale.
Durante la preparazione ho appreso che la corsa si sarebbe tenuta in terra saudita e, nonostante il dispiacere, non mi ero perso d’animo ed avevo mantenuto fede all’idea di tornarvi, rimodulando il percorso. Partenza da Lima ed arrivo a Montevideo, visitando Perù, Bolivia, Paraguay e Uruguay, Nord Argentina e Brasile.
Considero viaggiare in moto una grande fortuna ed avevo deciso di sfruttarla organizzando una raccolta fondi a favore della ricerca contro il Sarcoma di Hewing da destinare all’ospedale Rizzoli di Bologna. Obiettivo ambizioso: 5000 euro; un euro per ogni km che avrei percorso (alla fine del viaggio ne avrei raccolti 5400).
LIMA, L’ARRIVO DELLA MOTO E LA VERA PARTENZA

Partenza dall’Italia prevista per venerdì 27 Dicembre 2019, con moto al seguito e arrivo a Lima il giorno successivo. Ma a causa del pienone dovuto al periodo natalizio la moto era partita con un giorno di ritardo.
Avevo così approfittato per visitare Lima e gustare la sua rinomata cucina, ottima sia in strada che al ristorante. Il 30 dicembre alle 7 ero sveglio, diretto al deposito adiacente l’aeroporto per vedermi con Rafaela (la despaciante) ed avviare la macchina burocratica, tutt’altro che semplice, per evitare di recuperare la moto dopo una settimana, a causa delle festività di fine anno.
Era partito il gioco dell’oca in 7 tappe. Infatti, prima di poter accedere al deposito, avevamo girato 7 uffici diversi per sbrigare un miliardo di faccende. Una mattina trascorsa come una pallina del flipper dentro i funghi, sbalzato da un ufficio all’altro. Finalmente nel tardo pomeriggio “La buena onda” del viaggiatore era iniziata. Moto ok e mi ero tuffato nel traffico di Lima. Un delirio totale, per percorrere i 12 km dal Callao all’hotel ci sarebbero volute quasi due ore, incluso un blocco della polizia per aver preso una strada chiuda alle moto.
31 dicembre 2019. Finalmente si partiva sul serio. Prima tappa Lima-Nazca, circa 450 km.
La mattina ero emozionato ed un po’ teso ma appena innestata la prima marcia avevo pensato solo a guidare ed a godermi il viaggio. Tutto liscio se non per il caldo, gli ultimi 150 km erano stati di deserto (quasi) totale. La lingua di asfalto si snoda in mezzo al nulla, non un albero, un cespuglio, solo deserto di un colore ocra molto chiaro interrotto da qualche montagnola spoglia di qualsiasi vegetazione e segnata dallo scorrimento della sporadica acqua piovana. Il rodaggio era andato molto bene; nel tardo pomeriggio ero arrivato a Nazca ed in poco tempo avevo trovato hotel con garage, condizione fondamentale per ogni sosta. Nel giro di poco riuscivo ad organizzare la visita alle celeberrime linee per il giorno successivo. Era il 31 dicembre, poteva iniziare la festa per la fine dell’anno.

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