GIVI S.P.A.
Mappa
Racconto di viaggio
Foto
home >  viaggi >  Totò e Peppina un Anno Zingari >  Estremo Oriente
Tappa 2

Estremo Oriente

A sud dell’Himalaya ho trovato i veri confini del mediterraneo: al confine col Pamir.

Great Venture
Great Venture

A sud dell’Himalaya ho trovato i veri confini del mediterraneo: sul fiume Indo dove, al confine col Pamir, vivono i discendenti di Alessandro Magno in piccoli villaggi. In uno di questi abbiamo passato due giorni ad ascoltare storie da un affascinante poeta e musicista.

Da lì in poi, verso est, cambia tutto: L’India del Nord è qualcosa che sfugge ai nostri parametri da occidentali tecnologici, cresciuti secondo la morale cristiana. Qui il senso della spiritualità è molto lontano da quello che gli anni 60 ci hanno fatto credere: la vita, la morte, i rifiuti fanno un tutt’uno con l’ascetismo dei guru, e il credere a successive reincarnazioni fa sì che ci si comporti come se non si fosse responsabili delle proprie azioni. Il danno del turismo di massa è irreversibile: il visitatore occidentale è visto come un bancomat ambulante da quasi chiunque e, in sostanza, l’India del nord somiglia più a quella descritta da The Millionaire di Danny Boyle che non a qualsiasi film patinato di Bollywood.

La gente del Nepal ci ha accolto ovunque con amicizia: abbiamo assistito ai loro rituali Indu e Buddisti e ci siamo persi tra le montagne dell’Himalaya, calde di giorno e gelide non appena il sole cala. Più di tutto, il Nepal mi ha insegnato a rispettare i miei limiti e ad accettare che ogni tanto bisogna tornare indietro. Lezione che la gente del posto sembra aver imparato da quelle montagne eterne e immobili.

A Kathmandu abbiamo messo la moto su un aereo e siamo volati a Bangkok, che ci ha accolto col suo clima caldo e umido. Dopo cinque mesi di donne coperte da veli e uomini barbuti siamo circondati da donne in pantaloncini e uomini quasi glabri che, secondo i principi del buddismo, vivono in tranquillità nei mercati che animano le vie delle città e dei villaggi.
Per noi italiani assuefatti allo scontro verbale, è quasi assurdo avere a che fare con gente che non si arrabbia mai e sorride anche nelle situazioni di tensione. Attraverso strade perfettamente asfaltate andiamo verso nord, la zona meno frequentata dal turismo di massa, visitando gruppi di rifugiati dalla Birmania e minoranze cinesi, per entrare in Laos dal Triangolo d’ Oro.

Il Laos è molto simile alla Thailandia, ma molto meno tecnologico. I bambini giocano liberi per le strade senza il controllo dei genitori: I più grandi badano ai piccoli che ubbidiscono senza protestare. Al tramonto tutti si riuniscono alle fontane pubbliche per lavarsi insieme e raccontarsi la giornata.
 
Questi sono stati i paesi dove abbiamo fatto free camping praticamente ovunque: in riva al fiume, nelle rest area lungo la strada, di fronte alle stazioni di polizia che ci ha sempre accolto con simpatia. Ogni giorno la stessa routine: rifare i bagagli, chiudere la tenda, indossare la tuta da moto, partire. Dopo sette mesi così iniziavamo a essere stanchi.

Tornati a Bangkok stiamo fermi due settimane e riceviamo le nuove valige da Givi prima di mettere la moto di nuovo su un aereo diretto a Buenos Aires, dove troviamo l’autunno in arrivo.

Last Givi Adventure
Scopri le altre tappe