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5 Amici in Moto tra Albania, Macedonia e Grecia

L’idea era di andare verso est

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Erano passati 10 anni dall’ultimo viaggio insieme, il deserto Tunisino, ed era giunto il momento di riprendere quelle belle abitudini. L’idea era di andare verso est e la scelta, fatta a febbraio, era ricaduta su Albania, Macedonia e Grecia, dal 20 al 27 Marzo.

Grecia e Le Meteore

Dopo il lauto pranzo ci rimettevamo in marcia alla volta di Monodendri, in Grecia. Prima di arrivare al confine avevamo attraversato un fiume con uno di quei ponti mobili; non sembrava molto sicuro ma i metri erano talmente pochi che si poteva rischiare. Più avanti il percorso diventava molto affascinante; una volta entrati nella zona delle gole abbiamo potuto ammirare la maestosità delle montagne che ci sovrastavano e la bellezza architettonica dei ponti ad arco. Arrivavamo a Monodendri in tarda serata accompagnati dal freddo intenso, considerando che si trova a circa 1000 metri, e dalla neve lungo la strada. Abbiamo potuto apprezzare la bellezza di questo piccolo borgo solo al mattino; esso infatti conserva quel fascino antico delle case interamente costruite in pietra.
Il giorno successivo arrivavamo a Kalambaka in tarda mattinata; la cittadina brulicava di turisti e noi avevamo giusto il tempo di fare un giretto e di mangiare qualche piatto greco e via diretti a vedere le Meteore. Il loro nome deriva dal greco, parafrasando, vuol dire “sospeso in aria” e infatti danno quella impressione. Sono dei monasteri costruiti su delle rocce molto alte e spesso distanti dal resto della montagna, per tale motivo sembrano sospesi in aria. Salendo dopo Kalambaka se ne possono ammirare diversi, alcuni dei quali sono anche visitabili. In totale ce ne sono 24. Il panorama stesso rivela una bellezza sconcertante, complice la giornata assolata: i monasteri incastrati su queste rocce abbastanza vicini trasmettono un senso di maestosità ma anche di precarietà. La domanda che ci ponevamo è come hanno fatto a costruirli, soprattutto quelli che appaiono distanti dalla montagna e dalla strada.

Macedonia

La partenza era fissata domenica 20 Marzo dal porto di Bari, nel tardo pomeriggio. Le ore di traghetto sono passate velocemente, al mattino eravamo a Durazzo, pronti per la nostra piccola avventura. Sbrigate le pratiche d’ingresso, ovvero la stipula di un’assicurazione temporanea del costo di circa 13 euro, check benzina e via verso il lago di Ocrida, in Macedonia. Prima tappa tutta su asfalto in buone condizioni, sotto un tiepido sole, ammirando la bellezza dell’entroterra albanese e di quello macedone. Dopo diversi anni ritrovarsi insieme è stata un’emozione forte per tutti, dovevamo però ritestare l’affiatamento; preoccupazioni sparite dopo aver fatto i primi km. Semplicemente ce ne siamo fregati tutti, pensavamo solo a goderci il viaggio. In tarda mattinata eravamo al confine con la Macedonia e quasi tutti (solo Daniele era coperto dalla sua assicurazione) abbiamo dovuto stipulare alla dogana l’assicurazione, circa 50 euro. Per le poche ore in cui siamo stati in Macedonia è stato un vero furto. La strada che costeggiava il lago è scivolata via in poco tempo ed all’ora di pranzo eravamo a Ocrida, ridente cittadina che da’ il nome al lago. Nel primo pomeriggio avremmo affrontato il parco nazionale di Galitcha con un passo a circa 1200 metri. Tuttavia non avevamo calcolato la neve. Nonostante il cartello all’ingresso della strada che ci avrebbe portato al passo recitasse “strada chiusa per neve” ci eravamo avventurati comunque e salendo le condizioni di guida si facevano vieppiù complicate. La neve era sempre più presente e alta, così avevamo deciso, a malincuore, di tornare indietro; non c’erano le condizioni per poter proseguire. La destinazione era Berat, in Albania, e anche se non attraversare il passo Galitcha ci aveva fatto perdere tempo ed allungato il percorso avevamo in programma di iniziare a testare le moto su un percorso sterrato.

Direzione Berat (albania)

Rientrati in Albania ci eravamo avventurati in una pista, non complicata, abbastanza compatta ma piena di buche. Lì perdevo la mia GoPro, ritrovata fortunatamente parecchio indietro. Finalmente un po’ di polvere; la Tenerè che fino a quel momento avevo testato molto poco in off road si era rivelata una macchina infallibile. Leggera, agile e con un motore molto reattivo ai bassi, in altre parole perfetta per l’off road. Dopo il giro di giostra ci eravamo reimmessi sulla strada principale verso Berat. Verso le 21 mancavano ancora circa 70 km quindi avevamo deciso di fermarci a Gramsci che distava qualche Km. Gramsci, è una cittadina molto piccola ma ricca di turismo, lo testimoniavano i numerosi alberghi presenti, di cui però solo due erano aperti, a ranghi molto ridotti. Doccia calda (almeno quella) e cena presso uno dei pochi ristoranti aperti: pasto ricco di carne alla brace e formaggi locali prevalentemente ovini, tutto davvero molto buono ad eccezione del pollo che pareva morto di stenti. Al mattino partenza verso Berat dove arrivavamo giusto in tempo per fare colazione; la cittadina è davvero graziosa e pulita e la passeggiata piena di gente che occupava buona parte dei locali.

Persi in Mezzo Ai Balcani

Il tempo della colazione era finito, ci aspettava un altro percorso sterrato, di cui nessuno aveva idea della difficoltà. La meta della giornata erano le terme di Lixhat e Benjes per poi dirigerci verso Valona. Poco fuori Berat iniziava il percorso off road. La strada, in salita, era abbastanza compatta e solo in qualche punto c’erano cumuli di fango, tutto sommato abbastanza semplice. Dopo un po’ di chilometri i Balcani ci si presentavano più complicati del previsto. La strada era molto dissestata, ed i percorsi fangosi più frequenti; in un punto avevamo addirittura trovato un carro parcheggiato in mezzo alla strada. La T700 si dimostra ancora una volta all’altezza superando ogni ostacolo in modo agile, nonostante il tassello non fosse molto pronunciato; anche gli altri vanno forte anche se a turno siamo andati a terra tutti. Fortunatamente non ci sono state conseguenze, solo un po’ di spavento. Andavamo tutti forte ma non alla stessa velocità così ad un certo punto ci siamo disuniti e, una volta ricompattati davanti a un bivio, Marco mancava all’appello. Dopo diverse telefonate riusciamo a capire la posizione (era più avanti) ed a raggiungerlo; lo trovavamo seduto fresco e pacioso ad aspettare che lo aiutassimo a tirare su la moto visto che era andato giù anche lui. Le difficoltà del percorso erano però allietate dal paesaggio, man mano che si saliva, si scorgeva la bellezza dei Balcani, delle cime innevate e di quanto, quella parte di mondo, fosse ancora molto selvaggia.

Le Terme, Valona e Ksamil

Usciti dalla strada di montagna eravamo diretti a Permet per visitare le terme, molto spartane ma graziose. Mancava ancora parecchia strada per Valona così ci eravamo rimessi in marcia, sfidando il freddo della sera. In tarda serata arrivavamo a Valona ed in poco tempo riuscivamo a trovare un alloggio. La bellezza di Valona e di quanto sia in espansione l’avevamo vista al mattino seguente; rimessi in marcia e percorsa la litoranea avevamo trovato un cantiere a cielo aperto. Una dopo l’altra stanno sorgendo molte strutture, alberghi, condomini, case, tutte sul lungomare.
La strada litoranea era molto divertente da fare in moto; poco dopo iniziava a salire fino al passo Llogara. Un tratto di strada questo davvero bello: asfalto pulito, ricco di curve che attraversavano la rigogliosa macchia mediterranea, sembrava quasi la Corsica. Scesi dalle montagne eravamo diretti a Saranda e poi a Ksamil. Entrambe sono rinomate località turistiche ma a marzo sono dormienti, così una volta arrivati a Ksamil ci affidavamo a dei ragazzi conosciuti in un bar per trovare un posto per mangiare. L’unico posto aperto era una sorta di chiosco con tavoli all’aperto: tanto spartano quanto qualitativamente eccellente. Con pochi euro abbiamo consumato un ottimo pranzo a base di pesce (ovviamente no pasta). Penso di aver mangiato la migliore frittura della mia vita.

Afissos e Il Rientro

Dopo le foto di rito ci rimettevamo in marcia verso Afissos, località turistica situata sulla costa del golfo Pegaseo, nella penisola del Pelion, dove arrivavamo nel pomeriggio. Afissos trasmette tranquillità e pace, si percepisce un ritmo molto lento, anche l’acqua del golfo è sempre calma; la piazzetta fronte mare è davvero graziosa ed il lungo mare molto curato. Al mattino successivo eravamo pronti per andare verso Igoumenitsa e riprendere il traghetto la sera stessa. Il percorso era tutto su strada asfaltata ma non ci siamo fatti mancare belle strade e bei panorami, infatti la prima tappa era stata Elati, un piccolo centro in montagna, molto curato, dove avevamo pranzato e ripreso la marcia. La strada per salire era a dir poco strepitosa. Una volta scesi ci dirigevamo verso la costa ionica, fino ad arrivare a pochi km dalla meta. Sivota era il punto successivo e sul lungo mare ci fermavamo per bere una birra, era quasi il tramonto ed eravamo giunti alla fine del nostro viaggio. È stato tutto magnifico e prima di salutarci ci siamo fatti una promessa: scappare almeno una volta l’anno tutti assieme per almeno una settimana. Sono le cose che ci fanno stare bene a contare e farlo in sella a una moto è ineguagliabile.

I protagonisti

I Giamboretti

I protagonisti

I Giamboretti

Siamo 5, ci facciamo chiamare Giamboretti ma siamo prima di tutto amici fraterni a cui piace stare e viaggiare assieme, in moto.
5 amici: Cristian Strain (Bolzano), Gianni Fersini (Lecce), Daniele Mastroianni (Boiano), Marco Renzi (Civitanova Marche), Salvatore D’Emilio (Ceccano, lo scrivente).
Nel tempo tanto cose sono cambiate e tra queste le moto, non più le Triumph Bonneville, ma 2 Yamaha Tenerè (Salvatore e Cristian), una Africa Twin (Marco), una Triumph Scrambler XE (Daniele) e una Ducati Multistrada V2S (Gianni).

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